Irlanda del Nord
L'Irlanda del Nord č una parte del Regno Unito che si trova sull'isola d'Irlanda, della quale copre un'area di 14.121 km2. Venne creata nel 1920 dal Government of Ireland Act, succesivamente promulgato dai parlamenti di Irlanda e Gran Bretagna nel 1921. Posto davanti alle richieste divergenti dei Nazionalisti Irlandesi e degli Unionisti sul futuro dell'isola d'Irlanda (i primi volevano un parlamento irlandese che governasse l'isola mentre i secondi volevano che il controllo rimanesse sotto la corona inglese), il governo britannico, guidato da David Lloyd George passò il Government of Ireland Act, dividendo l'Irlanda in due parti, ciascuna con il suo governo: l'Irlanda del Nord e l'Irlanda del Sud. Quest'ultima non vide mai la luce in quanto venne sostituita dallo Stato Libero d'Irlanda nel 1922, lo stato ora conosciuto come Repubblica d'Irlanda o Eire. L'Irlanda del Nord ha una popolazione di 1.685.267 abitanti (aprile 2001). Storicamente, l'Irlanda in quanto parte del Regno Unito ha come motto 'Quis separabit?' (Che in latino significa 'Chi potrĂ separarci?'), non č chiaro se sia ancora valido per l'Irlanda del Nord. L'Irlanda del Nord assieme alla Gran Bretagna, forma il Regno Unito di Grean Bretagna e Irlanda del Nord dal 1922, a seguito dell'indipendenza proclamata dalle 26 contee che ora formano la Repubblica d'Irlanda. La capitale dell'Irlanda del Nord č Belfast.
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2 Storia 3 Statistiche 4 CittĂ e Villaggi |
L'Irlanda del Nord viene anche detta "Ulster" o "le Sei Contee". L'Ulster č una delle province storiche dell'isola, ed č composta da nove contee di cui tre fanno parte della Repubblica d'Irlanda. Le rimanenti sei compongono l'Irlanda del Nord e sono:
Suddivisioni
Storia
L'area oggi conosciuta cone Irlanda del Nord ha una storia molto variegata. Dall'essere la culla del nazionalismo irlandese, all'epoca in cui in altre parti dell'Irlanda si diffondevano gli insediamenti voluti da Elisabetta I e Giacomo I d'Inghilterra, divenne essa stessa la principale area di insediamento dei coloni provenienti dalla Scozia.
Oggigiorno, l'Irlanda del Nord č un caleidscopio di rivalitĂ , rappresentato a Belfast da intere comunitĂ che sventolano il tricolore della repubblica d'Irlanda o la Union Flag, che simboleggia l'identitĂ britannica, mentre anche nelle zone meno popolate, perfino i paracarri sono dipinti di verde bianco e arancio o in rosso bianco e blu, a seconda se la comunitĂ locale č nazionalista/repubblicana o unionista/lealista.
Con la concessione dell'auto-governo nel 1920 (anche se non fu mai cercato e alcuni, come Sir Edward Carson erano decisamente contrari); il governo dell'Irlanda del Nord sotto una serie di primi ministri, a partire da Sir James Craig, praticò una politica di completa discriminazione nei confronti della minoranza nazionalista/cattolica.
Usando le parole di David Trimble (leader unionista, vincitore del nobel per la pace e primo ministro dell'Irlanda del Nord), l'Irlanda del Nord divenne, "Un luogo freddo per i cattolici". I distretti elettorali vennero modellati in modo tale (gerrymandering) che il controllo dei consigli cittadini venisse assicurato ai protestanti. A questo fine vennero anche stretti accordi elettorali che davano alle imprese alcune agevolazioni in cambio di voti.
Negli anni '60, il primo ministro unionista moderato Terence O'Neill cercò di riformare il sistema, ma incontrò la dura opposizione dei leader estremisti protestanti come il Reverendo Ian Paisley. La crescente pressione per le riforme da parte dei nazionalisti e la totale chiusura da parte degli estremisti unionisti, portò alla nascita di un movimento per i diritti civili guidato da figure come John Hume, Austin Currie e altri. Gli scontri tra i manifestanti e le forze di polizia britanniche (Royal Ulster Constabulary) alzarono il livello della disputa. L'esercito britannico venne inizialmente inviato nell'Ulster dal segretario alla difesa britannico Jim Callaghan, per proteggere i nazionalisti dagli attacchi, e fu accolto calorosamente. Comunque, l'assassinio di tredici civili disarmati, a Derry, da parte di paracadutisti britannici, infiammo la situazione e rivoltò i nazionalisti contro l'esercito britannico. L'apparizione della Provisional IRA (un gruppo di fuoriusciti dall'Official IRA), e la campagna di violenza condotta da gruppi terroristici lealisti quali l'Ulster Defence Association e altri, portò l'Irlada del Nord sull'orlo della guerra civile. Lungo tutti gli anni 70 e 80, gli estremisti di entrambi gli scheramenti, portarono avanti una serie di brutali omicidi di massa, spesso di civili innocenti. Tra i piů famosi si segnalano l'attentao al Le Mon e gli attentati a Enniskillen e Omagh, eseguiti dai repubblicani, nel tentativo di forzare il cambiamento politico attraverso la guerriglia.
Alcuni politici britannici, soprattutto l'ex ministro laburista Tony Benn furono fautori del ritiro della Gran Bretagna dall'Irlanda, ma questa politica venne opposta dai vari governi irlandesi, che prefigurarono uno scenario apocalittico, se questo fosse avvenuto, con una diffusione degli scontri seguita da esodi di massa dei nazionalisti nelle contee occidentali e dei lealisti verso le contee orientali. La paura piů forte era quella di una guerra civile che avrebbe coinvolto anche le confinanti Repubblica d'Irlanda e Scozia, le quali avevano entrambe forti legami con le comunitĂ nordirlandesi. A seguito della violenta frammentazione della Jugoslavia, il temuto, possibile impatto del ritiro britannico, venne chiamato "balcanizzazione dell'Irlanda del Nord".
Nei primi anni 70, il parlamento dell'Irlanda del Nord venne sospeso, allorchč il governo unionista guidato da Brian Faulkner si rifiutò di aderire alla richiesta del governo britannico di cedergli i poteri relativi a giustizia e ordine pubblico, e la Direct Rule venne introdotta da Londra a partire dal 24 Marzo 1972. Dopo aver provato senza successo nuovi sistemi di governo, si arriva agli anni '90, durante i quali, il fallimento della campagna dell'IRA per l'ottenimento del supporto delle masse o il ritiro britannico, e in particolare; il disastro sul piano delle relazioni pubbliche seguito alla strage di Enniskillen e il cambio ai vertici repubblicani tra Ruairi Ă“ Bradaigh e Gerry Adams, videro un allontanamento dal conflitto armato a favore dell'impegno politico. Questi cambiamenti furono seguiti dalla comparsa di nuovi leaders a Dublino Albert Reynolds, Londra John Major e nello schieramento unionista David Trimble. I contatti inizialmente stabilitisi tra Adams e John Hume, capo del Partito Social Democratico Laburista, sfociarono in negoziati che coinvolgevano tutte le parti in causa e produssero l' Accordo del Venerdì Santo, che venne approvato a maggioranza da entrambe le comunitĂ in Irlanda del Nord e nella Repubblica d'Irlanda, dove la costituzione venne emendata, per rimpiazzare la rivendicazione dei territori Nordirlandesi con il riconoscimento del diritto di esistere dell'Irlanda del Nord, fatto salvo il desiderio nazionalista di un Irlanda unita.
Con l' Accordo del Venerdì Santo, propriamente conosciuto come 'Accordo di Belfast', un nuovo parlamento Nordirlandese venne eletto. Ogni partito che raggiunge un determinato livello di supporto, ha titolo per nominare un proprio membro nel governo e per reclamare un ministero. Il leader unionista David Trimble divenne Primo Ministro dell'Irlanda del Nord. L'assemblea e l'esecutivo sono attualmente sospesi a causa della minaccia unionista circa il presunto ritardo da parte dell'IRA nell'implementare lo smantellamento del proprio arsenale e la scoperta di una rete di spionaggio dell'IRA operante all'interno delle istituzioni. Ancora una volta il governo č condotto dal Segretario di stato per l'Irlanda del Nord, Paul Murphy e da una commissione ministeriale britannica che ad esso risponde.
Il cambiamento di clime venne rappresentato dalla visita di Elisabetta II alla sede del Parlamento a Stormont, dove incontrò i rappresentanti unionisti così come quelli nazionalisti, e parlò del diritto dei cittadini Nordirlandesi che si sentono Irlandesi di essere trattati con eguali diritti di quelli che si sentono Britannici. Similarmente, il Presidente Irlandese Mary McAleese, nella sua visita, si incontrò con i ministri unionisti a con i locali rappresentanti della corona di ogni contea.
L'Irlanda del Nord č un entitĂ complessa, divisa tra due comunitĂ culturalmente differenti, gli unionisti e i nazionalisti. Entrambe sono spesso descritte in base alla loro appartenenza religiosa; gli unionisti sono principalmente Protestanti (con una predominanza della fede Presbiteriana), mentre i nazionalisti sono principalmente Cattolici Romani. Ad ogni modo contrariamente a quanto si crede comunemente, non tutti i cattolici sono nazionalisti e non tutti i protestanti sono unionisti.
Quando venne fondata, a seguito del Government of Ireland Act, l'Irlanda del Nord fu strutturata geograficamente, in modo da avere una maggioranza unionista. Le paure unioniste su ciò che sarebbe successo loro, formavano la base della loro opposizione a un'Irlanda unita, e portarono alla creazione di due stati. Comunque da allora, la percentuale di popolazione cattolica in Irlanda del Nord č aumentata a scapito di quella protestante.
L'appartenenza religiosa, in base ai dati dei censimenti fatti dal 1961 al 2001, č cambiata come di seguito riportato:
Inizi del XX secolo
Fine del XX secolo
Dopo l'Accordo del Venerdì Santo
Statistiche
Religions | 1961 | 1991 | 2001 | 2001 |
---|---|---|---|---|
Cattolici | 34.9 | 38.4 | 40.3 | 43.8 |
Presbiteriani | 29.0 | 21.4 | 20.7 | 53.5 |
Chiesa d'Irlanda | 24.2 | 17.7 | 15.3 | 0.0 |
Altre religioni | 9.3 | 11.5 | 9.9 | 0.0 |
Non dichiarata | 2.0 | 7.3 | 9.0 | 0.0 |
Nessuna | 0.0 | 3.8 | 5.0 | 2.7 | Nota: Per chiarezza, il totale di tutte le religioni protestanti č posto nell'ultima colonna della fede presbiteriana |
A prima vista, questi numeri suggeriscono che una maggioranza a favore dell'unitĂ irlandese sarĂ possibile a medio termine, ovvero attorno al 2030. Studi dettagliati dei dati, quando correlati alla distribuzione geografica, indicano che coloro che non hanno voluto indicare la propria appartenenza religiosa, sono soprattutto protestanti, e solo in minima parte cattolici. Con i debiti aggiustamenti, la proporzione di cattolici ammonta in realtĂ al 44,5%, quindi meno del 47-48% atteso da alcuni analisti prima che i risultati del censimento fossero divulgati nel dicembre 2002. Comunque la maggior parte dell'incremento nella popolazione cattolica, riguarda persone sotto la maggiore etĂ , che non avranno quindi impatto sui risultati elettorali per un po' di tempo. Ma i sondaggi di opinione mostrano che una significativa parte dell'elettorato cattolico, circa il 35%, preferirebbe rimanere nel Regno Unito, in parte a causa del fatto che un'Irlanda unita non potrebbe fornire lo stesso livello di sussidi che attualmente tengono a galla l'economia dell'Irlanda del Nord, e che adesso sono a carico dello Scacchiere Britannico, con un con conseguente declino delle entrate e delle prospettive occupazionali.
L'unitĂ irlandese necesiterebbe di: (i) un proseguimento del piů alto tasso di natalitĂ tra i cattolici, che non č prevedibile, a causa dell'aumento dell'utilizzo di metodi per il controllo delle nascite tra i cattolici nordirlandesi, e (ii) un sostanziale spostamento dell'opinione pubblica cattolica in favore di un'Irlanda unita; anche questo poco ipotizzabile, soprattutto se gli accordi di Belfast risuciranno a ridurre il settarismo e faranno si che piů cattolici votino per partiti unionisti.
Ironicamente, fu il Sinn FĂ©in in particolare, a vendere gli accordi di Belfast come lo strumento per arrivare all'unitĂ irlandese nel medio termine. Ma riducendo il settarismo, gli accordi, potrebbero rendere lo status quo piů attraente per i cattolici, rendendo piů difficile il cambiamento di opinione in favore dell'unitĂ .